Dopo un arresto forzato nel 2020 a causa della pandemia di Covid-19, nel 2021 gli investimenti nel settore edilizio hanno conosciuto un incremento grazie alla ripresa delle attività dopo la fine delle restrizioni, e agli incentivi statali per rivitalizzare il comparto.
Anche il numero degli occupati è aumentato con conseguente crescita degli infortuni sul lavoro (38.541 nel 2021). L’edilizia, infatti, secondo i dati forniti dall’Inail, risulta tra i settori più rischiosi per via delle attività che implicano un notevole sforzo fisico, trasporto di pesi, posture scorrette, condizioni climatiche spesso proibitive e in ambienti non molto agevoli; in tali situazioni risulta veramente difficile non cadere vittima di stress e patologie di varia natura.
Nello specifico, i dati rilevano che il 97,4% degli infortuni del settore interessa gli uomini, il 62,8% dei quali sotto i 50 anni, soprattutto nella fascia 35-49 anni. Per quel che riguarda i decessi, questi ricadono per più della metà tra i 50 e i 64 anni.
Tuttavia, relativamente ai casi mortali, il settore edilizio si classifica al secondo posto rispetto al manifatturiero con un’incidenza sugli infortuni denunciati superiore a tutti gli altri campi dell’industria e dei servizi.
La prevenzione e i controlli rappresentano i principali strumenti di contrasto al drammatico fenomeno degli infortuni e delle morti sul lavoro attraverso la partecipazione di tutti: dal datore di lavoro ai dipendenti, passando per le figure professionali specializzate nel garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori.