Non è ancora possibile quantificare sul mondo del lavoro, ma è evidente che, se i rincari del costo dell’energia e delle materie prime dovessero durare a lungo, ci sarà una
pesantissima ricaduta sul versante dell’occupazione in alcuni dei settori trainanti della nostra economia.
La sola messa a terra delle piccole imbarcazioni dedite alla pesca potrebbe portare alla perdita di circa 25.000 addetti, i quali rischiano di non avere copertura reddituale, viste le regole connesse alla fruizione degli ammortizzatori sociali, compresi quelli per il fermo pesca obbligatorio.
Un impatto ancora maggiore ci sarà per su tutto il versante del trasporto pesante, con centinaia di migliaia di dipendenti e piccoli padroncini impossibilitati ad andare in strada per il caro carburanti. I primi a subire le conseguenze dello stop ai camion sarebbero i cantieri edili e tutta l’industria, per la mancanza di materie prime e di componenti. A conti fatti, in poche settimane potrebbero essere a rischio fino a mezzo milione di posti di lavoro.
Ma non solo, ormai da diversi giorni le tensioni portate dalla guerra tra Russia e Ucraina potrebbero peggiore e di molto la situazione.