La Commissione Affari Costituzionali del Senato ha recentemente respinto l’emendamento relativo alla rottamazione quinquies. Questa misura, che avrebbe introdotto una nuova definizione agevolata per i carichi affidati all’Agente di Riscossione entro il 31 dicembre 2023, prevedeva un piano di dilazione fino a 120 mesi, consentendo ai contribuenti di saldare i debiti con rate mensili più basse e in un periodo di tempo più lungo.
La decadenza dalla sanatoria sarebbe scattata non dopo il primo mancato pagamento, ma dopo otto rate non saldate, anche se non consecutive. Il rifiuto dell’emendamento è stato motivato per estraneità alla materia, poiché non pertinente al contenuto del decreto Milleproroghe, il quale è dedicato alla proroga di misure in scadenza. Inoltre, sono emerse preoccupazioni riguardo alla copertura finanziaria, in quanto l’emendamento non forniva adeguate compensazioni economiche per le eventuali minori entrate derivanti dalla sanatoria.
Nel frattempo, il Senato sta valutando la possibilità di riaprire i termini della rottamazione quater per coloro che sono decaduti, ossia per chi aveva aderito alla sanatoria ma non era riuscito a rispettare le scadenze di pagamento. Qualora questa norma venisse approvata e inclusa nel Milleproroghe, i contribuenti in difficoltà potrebbero riaccedere alla definizione agevolata, ma a determinate condizioni.
La rottamazione delle cartelle fiscali, ovvero la possibilità di chiudere i debiti con il fisco senza pagare sanzioni o interessi, continua a riscontrare forte consenso tra gli italiani. La bocciatura della rottamazione quinquies lascia aperti interrogativi sull’evoluzione delle politiche fiscali e sull’efficacia delle misure di sostegno ai contribuenti in difficoltà.